Chi decide davvero cosa mangiamo?

Le nostre scelte alimentari sono condizionate da una serie di fattori esterni, che spesso ci spingono verso cibi non salutari né sostenibili.
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Paola Sobbrio
Pubblicato il 24/09/2024

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Secondo il rapporto The illusion of choice – Why someone already decided what you will eat for lunch” (L’illusione della scelta – Perché qualcuno ha già deciso cosa mangerai a pranzo), realizzato dalla coalizione Put Change on the Menu, di cui fanno parte organizzazioni come Eurogroup for Animals, European Public Health Alliance e European Consumer Organisation, le nostre scelte alimentari sono spesso influenzate da fattori esterni che ci lasciano un margine decisionale limitato.

Chi influenza gli ambienti alimentari?

Ma cosa sono gli ambienti alimentari? Il Panel di alto livello degli esperti in sicurezza alimentare e nutrizione delle Nazioni Unite, nel suo rapporto “Nutrition and food systems“, definisce gli ambienti alimentari come «il contesto fisico, economico, politico e socio-culturale in cui i consumatori interagiscono con il sistema alimentare per prendere decisioni riguardo l’acquisto, la preparazione e il consumo di cibo».

Questi ambienti condizionano le nostre scelte alimentari quotidiane. 

Il marketing, la pubblicità, le offerte promozionali, la disponibilità e il prezzo degli alimenti, oltre alla loro disposizione nei supermercati, sono tutti elementi che possono manipolare il nostro comportamento. Purtroppo, in molti casi, tali influenze spingono verso cibi non sani e non sostenibili, spesso presentati come le opzioni più accessibili e convenienti.

Il report di Put Change on the Menu

Il rapporto “The illusion of choice” sottolinea come le decisioni di acquisto e consumo siano ampiamente influenzate dall’industria alimentare, piuttosto che essere una scelta libera e autonoma dei consumatori. 

La coalizione Put Change on the Menu esorta i decisori politici a favorire un cambiamento che renda più semplici le diete salutari, con un maggiore apporto di alimenti vegetali e con meno prodotti di origine animale, promuovendo al contempo il benessere degli animali.

Questa pubblicazione coincide con una nuova revisione scientifica rilasciata da SAPEA(Science Advice for Policy by European Academies), un consorzio di scienziati indipendenti che consiglia la Commissione Europea. Il report conferma come le scelte alimentari siano fortemente influenzate da fattori esterni, anziché essere completamente libere e consapevoli.

Essere consapevoli delle proprie scelte

Le scelte alimentari sono fondamentali per delineare il futuro che vogliamo, ogni acquisto, infatti, è una sorta di “voto” che il consumatore esprime con il carrello della spesa, contribuendo al cambiamento verso una maggiore sostenibilità e un maggiore rispetto per gli animali. Tuttavia, il consumatore ha bisogno di essere guidato in questo percorso. La responsabilità principale ricade sui decisori pubblici, che devono adottare misure concrete nei prossimi anni per correggere le devianze del mercato. Questo potrebbe includere incentivi fiscali per gli alimenti più sostenibili e tasse sui prodotti che generano impatti ambientali e sociali negativi.

Anche le aziende del settore alimentare hanno un ruolo chiave. Con il loro potere d’influenzare i consumatori, devono assumersi una responsabilità sociale, impegnandosi a rendere più accessibili gli alimenti sani e sostenibili. Ciò include l’eliminazione di strategie di marketing che spingono i consumatori verso cibi non salutari, non sostenibili e che non rispettano il benessere animale.

L’impegno congiunto di decisori pubblici e privati è essenziale per creare un sistema alimentare più giusto, sano, sostenibile e inclusivo.

Paola Sobbrio

Paola Sobbrio

Dal 2005 ho svolto attività di docenza universitaria di legislazione e bioetica in corsi di laurea, master e scuole di dottorato. Dal 2010, per motivi di ricerca scientifica, ho approfondito l’ambito delle biotecnologie nel settore alimentare con un focus sugli Ogm e la carne coltivata sia per gli aspetti regolatori che per quelli bioetici. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali e di volumi monografici sul rapporto tra diritto ed etica in riferimento alle politiche e le normative sul “benessere animale”. Per Refood svolgo il ruolo di Project manager.
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