Il Mediatore europeo indaga sulla “legge fantasma” per sistemi alimentari sostenibili

L’assenza di questa legge quadro rischia di compromettere salute, ambiente e giustizia alimentare.
Alessandro Ricciuti
Pubblicato il 11/09/2025

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La Commissione Europea ha mancato l’impegno di introdurre una legge-quadro sui sistemi alimentari sostenibili (Sustainable Food Systems Framework Law – SFSF), promessa per fine 2023, ma mai presentata. Dopo il reclamo del think tank Green REV Institute, il Mediatore europeo ha aperto un’inchiesta ufficiale su quanto accaduto. L’assenza di questa legge quadro rischia di avere ripercussioni sui diritti alla salute, ambiente e giustizia alimentare per le prossime generazioni.

La Commissione dovrà adesso ufficialmente spiegare il motivo del ritardo, dettagliando lo stato attuale e i prossimi passi che intende intraprendere, in un contesto in Bruxelles è accusata dalle ONG di aver ceduto alle pressioni delle lobby dell’agribusiness, sacrificando gli impegni del Green Deal.

Che cos’è il Mediatore europeo

Il Mediatore europeo (in inglese Ombudsman) è un’autorità indipendente con sede a Strasburgo, incaricata dai trattati fondativi di vigilare sulla buona amministrazione delle istituzioni UE. Indaga quando cittadini, imprese o organizzazioni denunciano casi di cattiva amministrazione, mancanza di trasparenza o inadempienze. L’Ombudsman non può imporre sanzioni, ma le sue indagini e raccomandazioni hanno un forte peso politico e mediatico, tanto da spingere spesso la Commissione e le agenzie europee a cambiare rotta.

Il ritiro della proposta

Nonostante la Commissione non abbia fornito una spiegazione ufficiale, la sua reticenza a procedere con la legge è vista come un chiaro cedimento alle pressioni dell’industria e alla ricerca di un nuovo posizionamento politico a seguito dell’avanzata in molti Stati membri di partiti politici di governo chiaramente contrari al Green Deal.

Il caso aperto dal Mediatore Europeo può quindi rappresentare una strada per ottenere una risposta ufficiale in merito alle decisioni della Commissione. La SFSF doveva essere adottata entro fine 2023 come parte della strategia “Farm to Fork” ma il testo è scomparso e non compare più nemmeno nel programma di lavoro 2024.

Attraverso il proprio reclamo, Green REV Institute ha chiesto chiarezza e trasparenza, denunciando il mancato rispetto delle consultazioni pubbliche e delle aspettative generate nell’opinione pubblica.

L’Ombudsman ha ora chiesto alla Commissione di spiegare le cause del ritardo, lo stato attuale del progetto e piani futuri, rendendo pubbliche le motivazioni di un eventuale passo indietro rispetto a quanto promesso. La Commissione ha tempo fino al 19 novembre 2025 per rispondere.

Perché è cruciale

Senza una legge quadro europea sui sistemi alimentari, il clima e la biodiversità restano privi di strumenti giuridici vincolanti, mentre i cittadini rischiano un accesso ridotto a cibo sano e sostenibile. L’assenza di una cornice chiara per la transizione ecologica genera incertezza, disincentivando il mercato dall’intraprendere autonomamente un percorso che porti ad adottare soluzioni per superare la crisi climatica, anche nell’interesse delle future generazioni, nonché vanificando gli sforzi già intrapresi da parte degli operatori economici virtuosi.

Conclusione

L’inchiesta del Mediatore europeo rappresenta un segnale forte: la transizione alimentare non può restare ostaggio dell’immobilismo politico. Serve trasparenza e serve una legge che leghi insieme produzione, consumo, ambiente e benessere animale. Per chi lavora alla trasformazione del sistema alimentare, come REFOOD e tante altre realtà europee, questa è un’occasione da cogliere: spingere le istituzioni a colmare il vuoto normativo e a rimettere la sostenibilità al centro del Green Deal.

Alessandro Ricciuti

Alessandro Ricciuti

Attento sin dal liceo ai temi della cittadinanza attiva, della giustizia sociale e dell’equità sostanziale, non ho mai smesso di prendere parte a una serie di mobilitazioni dal basso sui temi che più mi stanno a cuore. Sin dall’inizio, ho messo la mia professione al servizio delle cause in cui credo, convinto che sia necessario impegnarsi in prima persona per il progresso etico della società. Per REFOOD mi occupo di relazioni istituzionali e seguo lo sviluppo delle azioni legali.
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