I benefici delle diete vegetariane in Italia: approfondimenti dallo studio INVITA

Giada Guidi
Pubblicato il 18/09/2024

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Questa recensione ha voluto prendere in considerazione e commentare un recente articolo a cui ho avuto il piacere di lavorare assieme al primo autore, la Dr.ssa Luciana Baroni, e in collaborazione con l’Università di Pisa (Nutrient Composition of Four Dietary Patterns in Italy: Results from an Online Survey “the INVITA Study” pubblicato sulla rivista Foods 2024 Jul 2;13(13):2103).

Sebbene l’Italia sia la terra d’origine della Dieta Mediterranea, molti report dimostrano con rammarico che solo una percentuale molto limitata della popolazione italiana riesce ad aderire ad un modello dietetico che la rappresenti realmente.

A conferma di questo dato, la dieta mediterranea è associata ad un rischio estremamente basso di poter sviluppare sovrappeso, al contrario in Italia sono ormai da anni presenti alti tassi di sovrappeso tra i suoi abitanti. 

I modelli dietetici vegetariani (ad esempio, latto-ovo-vegetariano e vegano) sono in aumento nei paesi occidentali e in parte anche in Italia, dove il 9,5% della popolazione si è dichiarato vegetariano nel 2023. Sebbene la dieta vegetariana sia associata a benefici per la salute, esistono speculazioni e falsi miti sulla sua presunta inadeguatezza nutrizionale. 

Cosa ha evidenziato lo studio

Lo scopo principale di questo lavoro è stato quello di valutare la composizione nutrizionale della dieta di 470 partecipanti iscritti a un sondaggio online (lo studio INVITA), che hanno completato un questionario alimentare ponderato in tre giorni diversi. I partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi dietetici in base al loro apporto alimentare dichiarato: 116 mangiatori di carne (ME), 49 mangiatori di pesce (FE), 116 latto-ovo-vegetariani (LOV) e 189 vegani (VN). 

Le diete LOV e VN si sono dimostrate particolarmente adeguate, nonostante alcune preoccupazioni legate a nutrienti specifici come la vitamina B12, che nelle diete vegetariane e vegane deve essere necessariamente integrata (anche se è bene segnalare che si tratta di una vitamina di cui possono essere carenti anche gli onnivori).

Rispetto alla dieta ME, la dieta VN ha mostrato un profilo più favorevole per i grassi (più acidi grassi polinsaturi e meno acidi grassi saturi), una maggiore presenza di fibra, folati, potassio e sodio. 

Nelle diete LOV e VN l’assunzione media della maggior parte dei nutrienti principali rientrava nell’intervallo normale previsto per la popolazione italiana, supportando l’adeguatezza delle diete nel nostro campione italiano.

In conclusione, lo studio conferma che i modelli dietetici vegetariani e vegani ben pianificati sono adeguati da un punto di vista nutrizionale, oltre che salutari.

Commento al lavoro scientifico

Le diete vegetariane, specialmente le versioni latto-ovo-vegetariane (LOV) e vegane (VN), stanno acquisendo sempre maggiore popolarità in tutto il mondo. Le ragioni dietro questa tendenza includono motivazioni ecologiche, etiche e salutistiche. Ridurre o eliminare i prodotti di origine animale è spesso visto come una soluzione vantaggiosa, poiché contribuisce non solo al benessere personale, ma anche alla salute del pianeta.

Come sopra riportato, lo studio INVITA, ha esaminato i profili nutrizionali di quattro modelli dietetici seguiti dalla popolazione italiana: onnivoro (ME), pescetariano (FE), latto-ovo-vegetariano (LOV) e vegano (VN). Attraverso un sondaggio online e la compilazione di diari alimentari ponderati (alimenti definiti x grammi giornalieri assunti) per tre giorni, hanno permesso di affermare che la dieta vegana (VN) ha mostrato un profilo nutrizionale particolarmente vantaggioso rispetto alla dieta onnivora (ME) in quanto offre:

  • Un maggiore apporto di grassi polinsaturi e minore apporto di grassi saturi, aspetti cruciali per la salute cardiovascolare.
  • Maggiore contenuto di fibra, folati, potassio e sodio, nutrienti fondamentali per il benessere complessivo.

Diete vegetariane e dieta mediterranea

Un aspetto interessante emerso dallo studio è il ruolo della dieta mediterranea nella formazione delle abitudini alimentari italiane. La dieta mediterranea, che include abbondanti porzioni di alimenti vegetali come cereali, legumi, frutta e verdura, si sovrappone in molti aspetti alle diete vegetariane e vegane. Questo potrebbe spiegare l’assenza di segni significativi di inadeguatezza nutrizionale nei gruppi LOV e VN italiani, poiché molte caratteristiche della dieta mediterranea facilitano l’adozione di diete vegetariane ben bilanciate.

Implicazioni future

Lo studio INVITA conferma che le diete vegetariane e vegane possono essere nutrizionalmente adeguate se ben pianificate, in particolare in un contesto come quello italiano, dove la tradizione alimentare già privilegia alimenti vegetali. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che nutrienti quali la vitamina B12, richiedono attenzione, soprattutto per chi segue una dieta vegetariana e vegana. L’integrazione di alcuni micronutrienti (come ferro e calcio) potrebbe essere necessaria in alcuni casi specifici ma tendenzialmente può essere più necessaria nella dieta LOV (ferro) e nella dieta FE (calcio).

Gli autori dello studio suggeriscono che ulteriori studi osservazionali ben progettati potrebbero contribuire a rafforzare questi risultati, con l’obiettivo di fornire linee guida (oltre a quelle americane) che confermino la validità di questi modelli alimentari (più plant-based). Tale potrebbe risultare utile soprattutto per quegli operatori della salute (medici e nutrizionisti) che ancora non hanno avuto modo di leggere o comprendere a pieno la validità e la completezza di un modello alimentare di tipo plant-based.

In conclusione, lo studio INVITA ci offre un’ulteriore conferma che le diete vegetariane non solo possono essere sostenibili dal punto di vista nutrizionale, ma possono anche portare benefici per la salute e per l’ambiente. Adottare una dieta a base vegetale ben equilibrata rappresenta una scelta vincente per il futuro della salute umana e del pianeta.

Giada Guidi

Giada Guidi

Libero professionista, mi occupo di nutrizione clinica da quasi 25 anni. Ho conseguito il Master in Alimentazione e Dietetica Vegetariana e sono consulente della Gastroenterologia Universitaria dell’Università di Pisa per l’attività di ricerca che ha portato alla produzione di lavori scientifici, molti dei quali sull’alimentazione plant-based. Svolgo docenze presso scuole di cucina vegetariana e aiuto le persone a seguire un’alimentazione vegetale sana e bilanciata, grazie anche alla divulgazione quotidiana sui social network. Per REFOOD sono consulente scientifica per la nutrizione.
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