A partire dai primi anni del XXI secolo, il settore agroalimentare della Comunità Europea ha cambiato radicalmente direzione, passando da una politica focalizzata esclusivamente sulla spinta alla produzione (food security) a un approccio che mette al centro del circuito alimentare la salute dei consumatori e la sicurezza igienico sanitaria degli alimenti (food safety).
Questo cambio di approccio fu principalmente causato dagli “scandali alimentari” che si verificarono alla fine degli anni ’90.
Tra i casi più eclatanti si ricordano la c.d. “mucca pazza” (BSE), una malattia diffusasi nel Regno Unito a causa dell’alimentazione dei bovini, animali erbivori, con proteine animali infette per favorirne l’aumento di peso e la moria dei pulcini, avvenuta in Belgio, causata dall’elevato livello di policlorobifenile e diossina nelle uova e nei tessuti provocato dall’utilizzo di olio di recupero da trasformatori elettrici come componente dei mangimi.
Questi eventi hanno fatto emergere la necessità di adottare una politica alimentare europea più rigorosa, in grado di prevenire e gestire i rischi lungo l’intera filiera produttiva.
L’evoluzione normativa europea verso la sicurezza alimentare: il regolamento 178/2002 e la nascita dell’EFSA
Le prime riflessioni sul nuovo approccio basato sulla sicurezza alimentare risalgono al 1997 con il Libro verde della Commissione sulla legislazione europea in materia di prodotti alimentari. Tuttavia, è stato solo con il Libro bianco del 2000 che si è delineata una strategia concreta, basata sulla tracciabilità dei prodotti lungo la filiera e sull’introduzione di un sistema di allerta rapido nei casi di pericolo. Questi documenti hanno gettato le basi per il Regolamento n. 178/2002 (General Food Law), l’attuale pilastro normativo in materia di sicurezza alimentare. L’atto, sin dal suo titolo, evidenzia la propria triplice funzione: definire i principi generali della legislazione alimentare, stabilire procedure nel campo della sicurezza degli alimenti e istituire l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Il ruolo e le funzioni dell’EFSA
L’EFSA, con sede a Parma, è un’Agenzia europea che opera in modo indipendente dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri. In qualità di organismo incaricato della valutazione del rischio nella catena alimentare, ha il compito di fornire consulenza scientifica e supporto tecnico non solo con riferimento alla legislazione europea, ma anche per gli Stati membri, in relazione a tutti quegli ambiti che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi. L’ambito di competenza dell’EFSA spazia infatti dalla nutrizione umana alla tutela della salute e del benessere di animali e piante.
Tra i compiti dell’Agenzia vi è anche quello di raccogliere e analizzare i dati che consentono la caratterizzazione e la sorveglianza dei rischi, formulare pareri scientifici in tutti i casi previsti dalla legislazione UE e intervenire per individuare i rischi emergenti.
L’Autorità è composta dai seguenti organi:
- Il direttore esecutivo: rappresentante legale dell’EFSA, è nominato dal consiglio di amministrazione.
- Il consiglio di amministrazione: composto da 38 membri e 36 supplenti, nominati in base alla loro esperienza e competenza nel settore del diritto e della politica in materia di filiera alimentare, garantisce che l’Autorità assolva le proprie funzioni e svolga efficientemente i propri compiti.
- Il foro consultivo: composto da rappresentanti degli enti nazionali di sicurezza alimentare di tutti gli Stati membri dell’UE, svolge un ruolo cruciale nel favorire la collaborazione tra l’EFSA e le Autorità competenti dei singoli Stati. I membri usano il foro per dare consulenza all’EFSA su questioni scientifiche, sul suo programma di lavoro e sulle sue priorità, oltre che per individuare i rischi emergenti con la massima tempestività. I membri mirano a condividere informazioni scientifiche, mettere in comune le risorse e coordinare i programmi di lavoro con l’Autorità.
- Il comitato scientifico e i gruppi di esperti scientifici: formulano pareri scientifici, ciascuno entro la sfera delle proprie competenze. Il comitato scientifico, in particolare, assicura la coerenza delle procedure di formulazione dei pareri scientifici e l’armonizzazione dei metodi di lavoro, oltre ad occuparsi della formulazione di pareri su questioni multisettoriali che investono le competenze di più gruppi di esperti scientifici o che non rientrano nelle competenze di nessun gruppo specifico. Il comitato è composto dai presidenti dei gruppi di esperti scientifici e da sei esperti indipendenti non appartenenti ad alcun gruppo, mentre i gruppi di esperti scientifici sono costituiti da esperti indipendenti.
I pareri scientifici
L’attività che maggiormente caratterizza l’EFSA è la redazione di pareri scientifici che, come si è appena evidenziato, sono elaborati dal comitato scientifico o da uno o più gruppi di esperti scientifici. I pareri possono riguardare una pluralità di ambiti tra cui la valutazione dei rischi, l’analisi di questioni scientifiche di carattere generale o la valutazione di una domanda di autorizzazione per l’immissione in commercio di un prodotto o di una sostanza (come approfondito nel paragrafo “La Procedura di Autorizzazione dei Novel Food” dell’articolo dedicato alla carne coltivata).
I pareri possono essere redatti in risposta a richieste della Commissione europea, del Parlamento europeo o degli Stati membri, oppure essere formulati su iniziativa della stessa Autorità. Quest’ultima possibilità evidenzia l’autonomia dell’EFSA nell’esercizio delle proprie funzioni, consentendole di richiamare l’attenzione su questioni che ritiene prioritarie per la tutela della sicurezza alimentare.
I profili di criticità dell’EFSA
Nonostante il ruolo cruciale che l’EFSA ricopre nel garantire la sicurezza alimentare in Europa, alcuni aspetti del suo operato sono stati oggetto di critiche nel corso degli anni. In particolare, dall’entrata in vigore del Regolamento n. 178/2002 è emersa l’esigenza, da parte dei cittadini, di una maggiore trasparenza nei processi di valutazione del rischio. La percezione pubblica dell’effettiva indipendenza dell’EFSA e della qualità scientifica delle sue valutazioni è stata infatti messa in discussione, soprattutto in un contesto di crescente sfiducia verso le istituzioni.
A queste preoccupazioni si sono aggiunti anche problemi di carattere pratico, come la difficoltà nel reperire nuovi esperti nell’ambito dei panel scientifici, la provenienza degli stessi per lo più da alcune aree geografiche e la generale riduzione dei finanziamenti destinati all’EFSA. In risposta a tali criticità, il Regolamento n. 1381/2019 interviene per modificare la composizione del consiglio di amministrazione e dei gruppi di esperti scientifici e introdurre nuove regole per migliorare la trasparenza, l’indipendenza e l’affidabilità degli studi scientifici, avviando così quella che viene definita come “una nuova fase” della legislazione europea. In linea con quanto affermato dal nuovo Regolamento anche la stessa Autorità ha avviato la c.d. strategia 2020 per garantire l’indipendenza degli scienziati, evitare i conflitti d’interesse e migliorare la comunicazione dei rischi al pubblico.
Conclusione
L’EFSA ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare in Europa, affrontando le complesse sfide legate alla valutazione del rischio. Tuttavia, le criticità emerse evidenziano la necessità di un impegno costante e mirato per rafforzare la fiducia dei cittadini nel suo operato.
Con la pubblicazione della strategia 2027, l’EFSA si prepara ad affrontare le sfide future, impegnandosi a migliorare ulteriormente la trasparenza e l’indipendenza, per assicurare standard sempre più elevati.